Lugano: il Console Meucci alla commemorazione sull’accoglienza in Svizzera degli ebrei in fuga dall’Italia nel ‘43
Insieme al Sindaco di Chiasso, Bruno Arrigoni, il Console Generale d'Italia nel Cantone Ticino, Gabriele Meucci, ha partecipato proprio a Chiasso alla conferenza “Oltre la rete. Il ricordo e la vita”, cui è seguita una commemorazione a ricordo di tutti coloro che hanno dato aiuto e assistenza, nel periodo successivo all'8 settembre 1943, alle migliaia di ebrei italiani in fuga oltre confine nella vicina Svizzera.
L'evento, patrocinato dal Consolato Generale d'Italia a Lugano e dal Governo del Cantone Ticino, si fonda su una iniziativa di Paola Fargion della comunità ebraica italiana, che insieme alla Fondazione Goren Monti Ferrari di Lugano (che si occupa della memoria e della cultura ebraica), ha lanciato un progetto mirato a evidenziare i comportamenti coraggiosi di chi, in quei tempi bui della persecuzione degli ebrei, ha sfidato il “branco”, le idee dominanti del momento o le paure di chi non seppe opporvisi, per salvare le vite degli ebrei in fuga dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, di cui pochi giorni fa cadeva l'ottantesimo anniversario.
In questa tappa oltre confine dell'iniziativa, alla presenza di numerosi studenti di Chiasso, dopo una escursione storica illustrata dal professor Marco Calò, il signor Lucio Pardo, nato nel 1936, ha raccontato la sua esperienza di vita da giovanetto rifugiato nel Cantone Ticino, dopo una complicata fuga da Bologna e una difficile traversata notturna per i sentieri delle Prealpi al seguito di contrabbandieri prezzolati, in quei giorni drammatici dopo l'8 settembre 1943.
Commovente il sincero ringraziamento ai suoi coetanei svizzeri, allora bambini, che lo accolsero nella scuola elementare, confortandolo sempre col calore umano e coll'affetto, lui ferito dalle tragedie della guerra e dalla fuga dalla morte e dagli incivili aguzzini delle milizie nazifasciste del Nord Italia.