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Renato Del Grosso: un italiano da conoscere a Ginevra - di Carmelo Vaccaro

Questo mese, nella rubrica “un italiano da conoscere a Ginevra” de “La Notizia di Ginevra”, il coordinatore Saig Carmelo Vaccaro presenta Renato Del Grosso: “origini irpine, ha trascorso la sua infanzia e giovinezza a Napoli, dove ha completato gli studi universitari in Giurisprudenza presso l'Università Federico II, conseguendo successivamente l'abilitazione alla professione di avvocato”, scrive Vaccaro nell’articolo.


“Nel corso della sua carriera, ha vissuto in diverse città, lavorando nel settore privato, in particolare nel campo farmaceutico e medicale. Dal 2019, ha intrapreso un nuovo percorso professionale, dedicandosi all'innovazione, alle start-up e al supporto dei giovani imprenditori. Dal 2021 si è trasferito in Svizzera. Dopo un primo anno trascorso a Losanna, ora vive a Ginevra insieme alla sua compagna”. Così Vaccaro ci introduce all’intervista che riportiamo di seguito.

D. La sua carriera nel settore farmaceutico-medicale l'ha portata a vivere in diverse città. Quali sfide ha affrontato durante questi spostamenti?
R. Sfide di crescita professionale nella gestione di attività sempre più complesse. Lavorare nel settore salute significa mettere al centro il paziente, rendere l’accesso ad un nuovo farmaco possibile malgrado le limitate risorse dei sistemi sanitari. Mi sono confrontato, per tanti anni, con diversi interlocutori su queste tematiche ed ho sempre portato avanti delle istanze di buon senso e sostenibilità. La sfida di adattamento nel trasferimento in città diverse porta con sé la capacità di essere flessibili, la ricerca di punti di riferimento (tra i connazionali e non) al fine di vivere un’esperienza umana e professionale quanto più bilanciata possibile.

D.
Come ha vissuto il passaggio dal diritto a un settore così diverso come quello farmaceutico e medicale? È stata una transizione naturale per lei?
R. I miei studi di diritto hanno avuto un indirizzo internazionale (ho svolto la tesi di laurea in Diritto Internazionale), perciò lavorare in società multinazionali mi ha dato, sin da subito, la possibilità di confrontarmi con contesti globali pur agendo su scala locale. La formazione giuridica mi ha altresì aiutato nella piena comprensione nel diritto sanitario e farmaceutico e nella capacità di dialogo con il mondo politico – istituzionale.

D.
Nel 2019 ha cambiato carriera, dedicandosi all'innovazione e al supporto delle start-up. Cosa l'ha motivata a fare questo cambiamento?
R. Già da anni avevo iniziato ad immaginare un nuovo percorso di carriera con un impegno in prima linea nel creare un progetto imprenditoriale. Nel corso di un Master (alla Luiss) nel lontano 2008 ho conosciuto quello che sarebbe diventato il socio di riferimento del progetto di “venture studio” a cui mi sono affiancato nel 2019. Nel frattempo, un ulteriore Executive Master in Finanza (alla Bocconi) nel 2018 mi ha fatto appassionare ad i temi della finanza d’impresa ed in particolare al mondo del venture capital.

D.
Ci sono progetti o start-up che l'hanno colpita particolarmente per innovazione o creatività?
R. In questi anni ho avuto modo, ricoprendo vari ruoli (founder, mentor, business angel), di confrontarmi con centinaia di progetti, molti provenienti dal mondo universitario, che hanno mostrato sempre capacità di andare oltre lo “status quo”. Non per tutti si può parlare di innovazione in senso stretto ma certamente vi è un elemento incrementale. Sono molto sensibile, all’interno del mondo salute, ai progetti concernenti le aree dove ci sono bisogni clinici insoddisfatti e che conducono ad un alto tasso di mortalità (es: area oncologica ovvero cardiometabolica). In buona sostanza, tecnologie che possano salvare vite umane ovvero migliorare sensibilmente la qualità della vita. Da alcuni anni seguo il tema della longevità, nelle varie accezioni di questo termine, essendoci risvolti economici, finanziari, politici e sociali.

D.
Dopo un anno a Losanna, si è trasferito a Ginevra. Cosa l'ha portata a scegliere questa città?
R. Ginevra è una città internazionale che unisce al mondo delle organizzazioni internazionali, un tessuto di eccellenze di tradizione ed innovazione. Mi sento davvero in un “melting pot” di culture, tradizioni e lingue. Gli ottimi collegamenti (in particolare l’hub aeroportuale) sono funzionali al mio lavoro. In generale ho sperimentato un’ottima qualità della vita su tutto l’arco lemanico.

D.
Quali progetti ha per il futuro? Ci sono nuovi obiettivi che desidera raggiungere?
R. Desidero consolidare la mia presenza in Svizzera, continuando ad essere attivo nel mondo dell’innovazione e della governance societaria. Ho delle idee che vorrò implementare quando le riterrò mature per essere lanciate e condivise.

D.
Come immagina il suo contributo alla comunità italiana a Ginevra? C’è qualche iniziativa a cui le piacerebbe partecipare o dare vita?
R. Frequento già, molto volentieri, associazioni italiane culturali e d’impresa a Ginevra. Sono altresì socio attivo della Camera di Commercio Italiana in Svizzera. Mi farà piacere ampliare la partecipazione ad altre iniziative così da allargare la rete di contatti con i connazionali. Sono certo che dal confronto si creeranno spazi per nuove idee e/o servizi alla comunità italiana che si è allargata molto negli anni e che ha visto molti scegliere Ginevra come destinazione di vita”.

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