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Casa d’Italia di Zurigo: MAIE e ASDLI in difesa degli studenti, delle associazioni, della cultura, della lingua e di tutta la comunità italiana

La Casa d’Italia di Zurigo, oltre 4500 metri quadri, ha una storia che parte dal 1918, dall’ Asilo infantile della Colonia Italiana di Zurigo, registrata come ente morale che ospitava l’orfanotrofio dei figli dei caduti della prima guerra mondiale, nel 1928 il Ministro italiano degli affari esteri Dino Grandi dette disposizioni per la costruzione della Casa d’Italia e per ringraziare i finanziamenti dei privati, quindi della collettività, che conta oggi più di 200.000 italiani residenti, la più grande tra tutti i 26  Cantoni svizzeri, veniva dato alle associazioni il “ DIRITTO DI USO”, un polo che doveva riunire tutte le attività destinate alla comunità, alla cultura e alla lingua italiana.


La Casa d’Italia va ristrutturata, ma rimane agibile, infatti sia l’incontro con il Ministro Boschi prima del referendum dello scorso dicembre aperto al pubblico che l’incontro organizzato il 23 maggio di quest’anno anch’esso aperto al pubblico, danno prova di una non urgenza immediata e quindi di poter organizzare la sua necessaria ristrutturazione seguendo i criteri di ragionevolezza, coerenza e intelligenza nel rispetto quindi delle sue origini, delle associazioni, della cultura e della lingua, ma soprattutto della comunità italiana e italofona, perché la struttura ha anche importanza a livello identitario.

La Casa d’Italia oltre che altri ambienti e alle associazioni, ospita anche il Liceo Vermigli e il ristorante italiano. In una lettera recente, inviata alla loro attenzione e a quella di tutte le associazioni, si informa o meglio intima di dover abbandonare la struttura entro il 7 luglio prossimo, non concedendo alle stesse di avere il tempo necessario e utile per organizzarsi, mettendo a rischio la loro stessa esistenza giuridica, senza la possibilità di potervi rientrare dopo, come storicamente voluto, un’offesa grave alla cultura, alla collettività e alla storia italiana.

Il presidente  dell’Associazione svizzera della lingua italiana (ASDLI) Pietro Gianinazzi, intervenuto al dibattito dello scorso 23 maggio, organizzato dal Comites di Zurigo ,ha fatto notare che una eventuale riqualifica del quartiere, a quanto pare auspicata dall’amministrazione della città, sembra essere imminente, potendo forse permettere di innalzare la struttura di qualche piano  dove troverebbero casa  anche chi è stato letteralmente sbattuto fuori senza se e senza ma soprattutto senza sufficiente preavviso, lo stesso presidente dell’ASDLI , associazione che ha la sua sede a Berna, nei prossimi giorni riceverà tutte le informazioni in merito all’eventuale modifica del piano regolatore direttamente dall’ufficio tecnico di Zurigo.

Personalmente nonché Italia chiama Italia non mancheremo d’informarvi con continuità e dovuta pubblica informazione per impedire che le decisioni del Governo italiano a guida PD e del Comites di Zurigo  non interessato a sufficienza a che il ristorante, le associazioni, il Liceo rimangano all’interno della Casa d’Italia o quanto meno non intervenuto in merito con la necessaria autorevolezza di chi dovrebbe proprio occuparsi della comunità italiana in loco, possano cancellare una pagina di storia importante scritta dai nostri cari connazionali nei primi decenni del secolo scorso.

Ancora più contradditorio è considerare che invece, al loro posto, troveranno spazio il Consolato generale d’Italia e l’Istituto italiano di Cultura che al momento hanno già la loro sistemazione in altri luoghi della Città. Quindi via il Liceo e le associazioni, via il ristorante, tutte attività che svolgono importantissime funzioni a livello umano e sociale e dentro altro, ma che senso ha tutto questo vista la non urgenza immediata? Perché non attendere di sapere cosa accadrà al piano regolatore in modo che i 10.000.000 di euro di fondi pubblici, che il Governo ha intenzione di stanziare per la ristrutturazione, potrebbero essere meglio destinati ed utilizzati nel rispetto di tutti? Si sa che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi!

Altro controsenso insindacabile è sapere che molte centinaia di migliaia di euro verranno destinati quest’anno, come tutti gli anni, a diverse “testate giornalistiche italiane in Svizzera”, come accertato e verificabile da un filmato Rai. Perché non utilizzare meglio i soldi dei contribuenti nel rispetto dei nostri giovani, della lingua, della cultura e della collettività residente in Svizzera e nel resto del mondo?

Lo stesso presidente del Comites di Zurigo, il sig. Luciano Alban, schierato nelle file del Partito Democratico, in un recente confronto, – chiesto da me attraverso il mio profilo Facebook, in qualità di coordinatore del Movimento Associativo Italiani all’estero nella Repubblica del Canton Ticino – a cui ha partecipato anche lo stesso presidente (ASDLI) Pietro Gianinazzi, per voler conoscere  che fine faranno le associazioni nel dovuto rispetto del “Diritto di Uso” – che se non per diritto acquisito almeno per sacrosanto ricordo del contributo degli italiani – non ha risposto alla domanda, elencando tutte le altre attività che saranno ospitate nella Casa d’Italia ma nessun accenno alle associazioni, al ristorante, al Liceo Vermigli, confermando così che non avranno più gli spazi prima loro concessi sin al 6 luglio 2017.

Il Movimento Associativo italiani all’estero (MAIE) per sua natura politica, culturale non ideologica e per statuto, l’ASDLI e tutti coloro che vorranno portare avanti iniziative, rivolte al rispetto della comunità residente e delle attività ancora per poco esercitate nella Casa d’Italia, possono contattarci agli indirizzi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Informiamo  voi tutti che  continueremo a indagare e a opporci a questo modo di fare le cose – pare che tra il dire e il fare ci sia di mezzo  la solita confusione e disorganizzazione di casa PD -infatti nei prossimi giorni scriverò all’Ambasciatore d’Italia, Marco Del Panta, presso l’Ambasciata italiana nella città di Berna, per chiedergli un incontro e per renderlo attento che questo atteggiamento non coerente, sia e sarà nocivo e inadeguato nei confronti degli studenti e della collettività italiana.

Prenderemo decisioni adeguate in merito, proporremo efficaci re mirate risoluzioni  e faremo iniziative collettive  in futuro, per impedire l’ennesima porta in faccia sbattuta dal Governo  – a guida PD –  e da tutti gli eletti all’estero –tranne gli eletti del MAIE– per difendere i diritti degli studenti, della lingua, della cultura e le esigenze degli italiani all’estero che a quanto pare non a tutti stanno veramente a cuore,  promettendo a voi  tutti cari italiani in Svizzera che vi terremo informati costantemente circa i futuri passi e i prossimi incontri che faremo.

Gerolamo de Palma - Coordinatore MAIE Canton Ticino

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