SERVIZI CONSOLARI: I PATRONATI NON SONO LA SOLUZIONE/ LA DURA PRESA DI POSIZIONE DELLA CONFSAL UNSA ESTERI
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Per assicurare migliori servizi consolari si deve potenziare il personale, non affidare compiti ai patronati. Questo, in estrema sintesi, quanto affermato dal Coordinamento esteri della Confsal Unsa in una nota a margine dell’incontro Maeci-Patronati svolto martedì alla Farnesina.
Il giorno prima, ricorda il sindacato, la Confsal Unsa aveva denunciato la “catastrofica situazione dei servizi consolari” in una nota con cui “abbiamo cercato di fare aprire gli occhi del MAECI, delle utenze dei consolati all'estero, dell'opinione pubblica, ma soprattutto dei nostri eletti all'estero, sulle conseguenze della palese negligenza del MAECI nel sostenere i compiti istituzionali ad esso demandati. A questo punto, l’unica sensata richiesta ai responsabili del MAECI che gli italiani “elettori” all’estero si aspetterebbero anche dai politici che hanno mandato in Parlamento, è una sola: inviate più dipendenti all’estero al nostro servizio, assumete più personale, riaprite i consolati chiusi senza alcun criterio, sistemate e facilitate i servizi a nostro favore che lo Stato – e ripetiamo solo lo Stato - può e deve renderci! Richiesta facile, no?
No! A quanto pare – accusa oggi il sindacato – non è tanto facile chiedere alla Farnesina una correzione di rotta a favore del proprio bacino d’utenza. Non è facile giacché, in politica, sembra opportuno dare conto a chi la politica te la fa fare”.
La Confsal Unsa in particolare accusa i deputati Pd eletti all’estero che, a margine dell’incontro in Farnesina, in una nota affermavano: “Allo stesso tempo, è stata sottolineata l’opportunità che alla ricerca di un costante miglioramento dei servizi resi dalla nostra rete consolare si accompagni, in parallelo, anche uno sforzo di miglioramento e di sempre maggiore qualificazione dei servizi resi dagli stessi Patronati. I campi di possibile collaborazione certo non mancano: dall’AIRE al rilascio dei passaporti, dalle pratiche di cittadinanza a quelle per i visti, fino ad arrivare alle informazioni sulla fiscalità concorrente”.
Ma, si chiede il sindacato, “tutti questi compiti non dovrebbero essere assolti dallo Stato, invece che da organizzazioni private a scopo di vantaggio economico che ai propri assistiti non forniscono adeguate tutele per assenza di una riforma della legge 152 del 2001? C’è veramente da chiedersi: calcolo o ingenuità politica? Un accordo di collaborazione con i Patronati per il rilascio dei passaporti e le pratiche di cittadinanza? In parole povere, che significa? Fatevi da parte che ci pensiamo noi, mentre potrete mandare a casa gli impiegati dei consolati, poiché il nostro conto sarà meno salato? Il “braccio politico” degli italiani all’estero – accusa la Confsal Unsa – lascia quindi perdere la lotta, alleandosi con la controparte ministeriale per ricavarne un risultato tangibile a favore di “organizzazioni” amiche? Do ut des! Valeva duemila anni fa e, a quanto pare, sembra valere ancora”.
“Dal punto di vista sindacale – che è l’unico punto di vista che il Coordinamento Estero della CONFSAL UNSA si concede-, è inevitabile l’impressione che questi deputati avranno i loro buoni motivi per dimenticarsi delle richieste incalzanti ai loro interlocutori presso il MAECI (anche a tutela dei lavoratori della Farnesina sulla rete estera), preferendo la lotta per il consolidamento, l’espansione, l’affermazione dell’influenza sul territorio – e il conseguente aumento del peso politico all’estero - dei Patronati”, denuncia il Coordinamento esteri. “Una chiara scelta. Un’opportunità politica che impone di occupare gli spazi che lo Stato ha lasciato vuoti nell’oblio verso i milioni e milioni d’italiani che all’estero si sono recati per pura necessità.
L’aspetto piacevole della notizia “sull’avvio del percorso di definizione di una convenzione MAECI-Patronati per il rafforzamento dei servizi alle nostre collettività”? Finalmente sono cadute le maschere! Meglio un dichiarato avversario politico che un falso alleato! E questo non vale solo per noi - impegnati nella lotta sindacale a favore degli interessi dei lavoratori all’estero e dei lavoratori sparsi sulla rete consolare -, vale anche per gli elettori, quelli cioè che metteranno la crocetta (o non la metteranno) sui nomi di chi ha preferito, al posto della protesta, dell’indignazione, della lotta all'inefficienza delle istituzioni pubbliche, favorire la fuga dalle proprie responsabilità di una quota di Amministrazione statale!”.