PIÙ PERSONALE NEI CONSOLATI: UNGARO (PD) INTERROGA LA FARNESINA
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“Implementare le procedure di assunzione” del personale “per il biennio 2018-2020”, privilegiando le “sedi estere in ragione della proporzione delle comunità italiane fuori dai confini nazionali, dando priorità a quei Paesi in cui i nostri connazionali sono più presenti”, come quella di Londra. Così Massimo Ungaro, deputato Pd eletto in Europa, in una interrogazione al Ministro degli esteri Alfano.
“Secondo le ultime stime gli iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) risultano essere 4,9 milioni, ovvero il +3,3 per cento rispetto allo scorso anno”, annota il deputato nella premessa. “Tra il 2016 e il 2017 gli italiani sono emigrati in 194 destinazioni diverse, la maggior parte di esse collocate in Europa. Il Paese di destinazione preferito risulta essere il Regno Unito; sono infatti oltre 340 mila iscritti all'Aire nel Regno Unito e tra i 700-800 mila gli italiani residenti in Gran Bretagna, come confermano le stime del consolato italiano nella capitale londinese”.
La Farnesina, ricorda Ungaro, “a causa delle misure di contenimento della spesa pubblica e del blocco del turn over delle aree funzionali, ha dovuto registrare una drastica riduzione del personale adibito alle funzioni da esse esplicate, passando da 3.996 unità del 2006 alle 2.711 del 2016, con una diminuzione di 1.285 unità in termini assoluti e del 33 per cento in termini percentuali; per il 2020, inoltre, sono previsti ulteriori 400 pensionamenti per limiti di età, destinati ad acuire esigenze note da tempo; a fronte di una situazione di obiettiva restrizione di risorse e di personale, - continua il deputato – nel bilancio del Maeci per il 2018 e per il triennio 2018-2020, si registra una svolta positiva poiché si prevede l'assunzione, in un biennio, di 150 unità delle aree funzionali e un aumento di ulteriori 100 unità del contingente del personale a contratto, ai quali si aggiungono minori unità per operazioni concorsuali da espletare o in via di espletamento”.
Ungaro, quindi, ricorda che “è particolarmente sentita, soprattutto dai connazionali all'estero, l'urgenza di un nuovo assetto della Rete diplomatico-consolare italiana nel mondo e dei servizi erogati all'estero in favore degli italiani all'estero e di tutto il Sistema Italia; innumerevoli sono le segnalazioni di disfunzione dei servizi consolari provenienti dai connazionali all'estero, tra cui i notevoli tempi d'attesa per l'emissione di passaporti, l'impossibilità di editare o compilare direttamente on line i moduli per la richiesta di atti e documenti, l'assenza nella maggior parte dei casi di un «tracking code» che consenta di monitorare costantemente l’iter delle proprie richieste inviate al Consolato in via telematica”.
“Accanto alla sopraddetta generale problematicità è emblematico il caso di Londra: città che sconta una situazione di forte criticità”, spiega il parlamentare Pd. “La proposta, fortemente sostenuta dalle comunità italiane residenti all'estero con cui si chiede il reale sviluppo dei servizi telematici, e al contempo la previsione di misure di tutela dalla contraffazione, e una maggiore e migliore erogazione di servizi, appare volta a realizzare un sistema più efficiente e in grado di garantire maggiori risparmi per il bilancio dello Stato”.
Alla luce di queste considerazioni, Ungaro chiede di sapere “se il Ministro interrogato non intenda chiarire lo stato complessivo delle risorse di personale ed economiche messe a disposizione per la rete consolare italiana all'estero; se non intenda implementare, con la massima rapidità, le procedure di assunzione delle unità di personale sopraccitate per il biennio 2018-2020” e, infine, “se intenda valutare l'opportunità di assegnare il personale che sarà immesso in ruolo e destinato alle sedi estere in ragione della proporzione delle comunità italiane fuori dai confini nazionali, dando priorità a quei Paesi in cui i nostri connazionali sono più presenti” e “se intenda chiarire quali siano le previsioni di rinforzo di personale nel consolato generale d'Italia a Londra e dell'ufficio consolare di Manchester”.