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LA BOMBA A SCOPPIO RITARDATO: ECCO PERCHÉ ADERISCO A ITALIA VIVA – DI DINO NARDI

Una vera e propria bomba per il mondo politico italiano quella lanciata da Matteo Renzi con la sua decisione di lasciare il Pd per fondare la nuova casa dei riformisti Italia Viva. Non tanto per la notizia in se stessa, quanto per la tempistica essendo stata lanciata, questa bomba, quando si era appena insediato un nuovo governo M5s/PD/LeU di cui lo stesso Renzi era stato il principale ispiratore e di cui, comunque, parole sue, resterà sostenitrice anche “Italia viva”.


Confesso che, pur essendo stato da sempre - e tuttora - un suo sostenitore, la decisione di Matteo Renzi di dividersi dal Pd in questo momento mi ha lasciato un po' perplesso e, come il sottoscritto, anche altre persone (donne e uomini) con le quali, per oltre dieci anni, abbiamo condiviso in Svizzera una comune militanza nel Partito Democratico sostenendo Renzi sia nelle Primarie, in cui si è candidato, che nel referendum sulla riforma costituzionale.

Ovviamente comprendo come questa sua decisione sia maturata nel tempo a causa del clima (politico) a lui avverso cresciuto nel PD ed alimentato apertamente da una parte della sinistra interna evidentemente irritata dalla leadership e dalla linea politica portata avanti dal giovane e brillante Matteo Renzi con un curriculum politico diverso dal loro: tutti ricorderanno cosa avvenne con il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, con la ciliegina finale del brindisi per festeggiarne la bocciatura.

Un clima dovuto, come spesso ho denunciato in passato, anche dal fatto che, a mio avviso, il Pd (di cui nel mio piccolo sono stato uno dei suoi fondatori in Svizzera), in oltre dieci anni dalla sua costituzione, non è mai riuscito a darsi una vera e propria anima socialdemocratica rimanendo sempre una confederazione tra i vecchi soci fondatori e cioè ex DC di sinistra, ex o post comunisti e qualche orfano socialista come il sottoscritto.

Una confederazione che, incomprensibilmente, in Europa si riteneva - e si ritiene - appartenere alla famiglia socialdemocratica ma non a casa propria dove il PD è restato in una specie di limbo ripudiando la definizione “socialista” da parte dei suoi membri.

Peccato! Si peccato che si sia giunti a questa rottura, perché per i militanti - come il sottoscritto - lasciare una comunità politica nella quale ci si è impegnati per oltre due lustri è comunque un passo molto sofferto. Ciò nonostante ormai il dado è tratto: la divisione dal PD di Matteo Renzi si è concretizzata ed urge una decisione in merito al da farsi.

Dopo una lunga riflessione - come ben comprenderanno i tanti amici e compagni che mi conoscono da anni - per il sottoscritto diventa naturale aderire al progetto di Matteo Renzi di costruzione di questa nuova casa Italia viva dopo averne condiviso e sostenuto la quasi totalità delle politiche portate avanti durante il suo governo e la sua responsabilità di segretario del Pd.

Tuttavia sono certo che, nonostante questa divisione, Italia viva e Pd in futuro continueranno a ritrovarsi fianco a fianco per combattere contro la Destra e le per comuni battaglie politiche in difesa dei più deboli, del mondo del lavoro e della democrazia.
Pertanto il mio saluto agli amici e compagni, che resteranno nel PD, non è un addio bensì un arrivederci!

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