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BASILEA: IL COMITES PRESENTA “QUIS CONTRA NOS?” DEL CONSOLE DI FRIBURGO RAMAIOLI

Si terrà mercoledì 18 novembre, su iniziativa dei Comites di Basilea e Friburgo e dei rispettivi Consolati d’Italia, con il patrocinio della Fondazione del Vittoriale degli Italiani, alle ore 18.30, in diretta streaming sulla pagina Facebook di Radio OneFice, la presentazione con conseguente dibattito di “Quis contra nos? Storia della Reggenza del Carnaro. Da d’Annunzio alla Costituzione di Fiume”, con l’autore, Federico L. Ramaioli, Console d’Italia a Friburgo, in Brisgovia.


Al centro del dibattito, e del libro, lo Statuto della Reggenza italiana del Carnaro (1920), redatto da Gabriele d’Annunzio sulla base di una dettagliata e coraggiosa proposta di Alceste De Ambris, costituisce un peculiare documento giuridico con un alto valore letterario. Nel centenario della sua redazione viene riproposta all’attenzione dei lettori la Carta del Carnaro (1920), destinata a fare storia e a rappresentare un modello innovativo e rivoluzionario, fondato su principi modernissimi, fra cui la proprietà come funzione sociale, la parità dei sessi come diritto inderogabile e il suffragio universale. Il testo ha esercitato una profonda influenza su variegate esperienze giuridiche posteriori, non da ultimo sulla vigente Costituzione repubblicana.

L’opera di Ramaioli “Quis contra nos? Storia della Reggenza del Carnaro. Da d’Annunzio alla Costituzione di Fiume” (Historia Ed., 2018), ne propone una rilettura, per analizzarne le origini, l’influenza successiva, ma anche per tracciarne un bilancio a cento anni dalla sua redazione. “Un’esperienza politica attuata all’insegna dell’estro artistico, della fantasia, di una vitalistica ansia di sperimentazione e di reinterpretazione di principi giuridici e politici che, all’apparenza, sarebbero sembrati indiscutibili e incrollabili.” Cosi l’autore su la “Costituzione del Carnaro” che tenne insieme le ideologie, trovando il consenso di pensatori politici, uno fra tutti, Antonio Gramsci. Ramaioli nella sua ricerca ne illumina le basi teoriche e le innovazioni: l’individuo, la proprietà e il lavoro come autentiche funzioni sociali, la parità fra i sessi, la rappresentatività per ogni categoria sociale, la laicità. D’Annunzio, raffinato esteta, immaginò uno stato in cui la cultura, l’arte e la musica venissero eretti a principi fondanti una nuova civiltà, in quella che divenne nota come la “città di vita”.

Interverranno, insieme all’autore, Pietro Maria Paolucci, Console d’Italia a Basilea, e Toni Ricciardi, storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra, oltre a Nella Sempio, Presidente del Comites di Basilea, e Michele Di Leo, Presidente del Comites di Friburgo.

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