Intervista a Fabrizio Von Arx : un italiano da conoscere a Ginevra
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Svizzero e napoletano, Fabrizio von Arx iniziò gli studi di violino all'età di cinque anni sotto l'egida di G. Leone e proseguì al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Bambino prodigio, ha vinto giovanissimo il concorso Vittorio Veneto e altri concorsi nazionali per giovani talenti. Si perfeziona a Ginevra dove ottiene il 1 ° premio per Virtuosity con Corrado Romano, poi negli Stati Uniti, quello di Performer presso la School of Music dell'Indiana University di Bloomington con Franco Gulli e Nelli Skolnikova. Ha lavorato anche a Berlino con Ruggiero Ricci ea Cremona con Salvatore Accardo.
Artista Sony RCA-Red Seal dal 2013, etichetta con cui sviluppa la sua discografia, si esibisce in stagioni concertistiche come Les Soirées Musicales di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, il Ravenna Festival, i Concerti di Radio Rai 3 al Quirinale di Roma, la Cité de la Musique di Parigi, il Festival Bellerive, i Grandi Interpreti di Neuchâtel, la Tonhalle di Zurigo, la Wigmore Hall di Londra, la WienerSaal di Salisburgo e la Philharmonie di Berlino.
La redazione di questo mensile della SAIG lo ha incontrato per conoscere meglio questo prodigio italiano delle musica classica.
Come è nata la sua passione per la musica e particolarmente per il violino?
Un giorno il mio bisnonno, Guido Pannain ,musicologo di fama internazionale, suggerì’ a mia madre, che suonava il pianoforte, di farmi suonare il violino: lo strumento a suo dire che più’ affina l’orecchio musicale. Cominciai a 5 anni e mi piacque subito! Il violino è uno strumento leggero e potevo portarlo ovunque; mi affascinava il suo timbro: il più’ simile a quello della voce umana. Il mio violino l’ho avuto sempre vicino a me e questa passione, alimentata dall’energia del mio primo maestro Giovanni Leone mi ha accompagnato e mi accompagnerà per tutta la vita.
Tra tutte le sue esibizioni ce n’è una al quale è rimasto particolarmente legato dal punto di vista emotivo?
Ogni concerto ha una storia a se’: ricca di emozioni, di nuove sensazioni da condividere con l’entusiasmo ed il calore di “audiences” sempre differenti e stimolanti. E’ vivo ancora in me il ricordo del mio debutto con l’orchestra della RAI di Napoli a 16 anni; la meraviglia della mia prima tournée in Cina; non potrò’ certo mai dimenticare l’acustica della Filarmonica di Berlino; nel recentissimo passato, dovendo scegliere, una sensazione unica sicuramente il concerto nella Basilica di San Marco a Venezia nel Settembre 2018 nella quale il mio attuale violino uno Stradivari del 1720 è stato battezzato con il nome “the Angel” dal Cardinale Gianfranco Ravasi; non potrò’ mai dimenticare il concerto tenuto nella prigione della Brenaz molto emozionante ed intenso nel quale lo scambio con il pubblico è stato sorprendente. Ma come si dice la più’ bella esecuzione ed emozione sarà’ sempre la prossima!
La sua fama la precede in ogni occasione, c’è un’opera o un autore che ama particolarmente eseguire?
Sceglierne uno è difficilissimo quasi impossibile. Se dovessi comporre un menù o preparare una valigia per partire in un’isola deserta porterei con me sicuramente gli spartiti del periodo barocco italiano nel quale Vivaldi, Tartini, Corelli ne sono stati i caposcuola ma soprattutto gli inventori della tecnica violinistica; aggiungerei le Sonate per violino Solo di Bach per finire con i grandi concerti romantici tra cui quelli di Mendelssohn e Ciakowski sono i miei preferiti. Cosa c’è in Fabrizio Von Arx di Italiano Certamente la mia città di Napoli nella quale sono cresciuto prima di essere stato adottato dalla città di Ginevra nella quale vivo ormai da più’ di 15 anni. La curiosità, la fantasia e la gioia di vivere che contraddistingue l’italianità nel mondo fanno parte del mio carattere. Ho un cognome svizzero’ perché nel fine ‘700 i von Arx si trasferirono a Napoli a seguito della dominazione francese del Sud dell’Italia per poi non ritornare più’ in patria. Napoletanità e “Suissitude” penso sia veramente un buon “mix”.
Se non avesse fatto la violinista, quale altro mestiere le sarebbe piaciuto fare?
Il pittore, il medico e in ultima analisi lo chef; dipingere e cucinare sono le mie due altre passioni nel mio tempo libero e la medicina mi ha sempre affascinato e rassicurato.
Qual è il sogno nel cassetto, dal punto di vista professionale, che le piacerebbe realizzare?
Completare le registrazioni del mio repertorio con questo magnifico Stradivari “the Angel” del 1720 e soprattutto fondare un’Accademia Musicale che faccia da ponte tra la mia città di Napoli ed il mondo. Nel mio percorso musicale ho viaggiato moltissimo ed ho avuto la fortuna di incontrare tanti grandi Maestri di molte nazionalità’ differenti: italiani ,russi , giapponesi francesi e dai quali ho recepito molti segreti dell’essere musicista oltre a quelli dell’essere violinista. Un’Accademia che sappia dialogare con le altre forme d’arte riportando la musica al centro dell’espressione artistica di ogni genere; un’Accademia che sappia integrare il Nord ed il Sud del mondo.
Non possiamo che ringraziare e rallegrarci di avervi presentato Fabrizio Von Arx, certamente un’altra eccellenza che porta alto il nostro tricolore tra aureole della cultura italiana nel mondo.
C. Vaccaro e S.Gatto