"Tutti vogliamo andare in Italia. Ma non è ragionevole". Maurizio Spallaccini, presidente della Colonia libera italiana di Neuchâtel, è attivo sui social network per lanciare un messaggio ai suoi connazionali: "Anche se vi preoccupate dei vostri cari, non andate in Italia, per non diffondere il virus. Bisogna fare questo sforzo oggi, per poter ritrovarsi meglio dopo".

Ma il messaggio non è sempre ascoltato. "I compatrioti si stanno sottoponendo al test per poter andare in Italia. Ma non possiamo essere sicuri del risultato!" (in quanto fotografa la situazione al momento del prelievo, NdA). Maurizio Spallaccini è l'amministratore di un gruppo Facebook di 15.000 italiani nella Svizzera francese, che ha anche lo scopo di informare sulla situazione sanitaria nelle Alpi.

Grandi speranze per il vaccino
Una situazione che rimane preoccupante. La Svizzera ha appena aggiunto l'Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia alla lista delle regioni in zona rossa, insieme al Veneto.

I viaggiatori che tornano da queste zone devono quindi rispettare una quarantena. Inoltre, lo stato di emergenza è stato esteso in Italia fino al 30 aprile, vietando i viaggi tra le regioni. I viaggiatori che viaggiano verso La Botte devono risultare negativi al test del coronavirus entro 48 ore.

"Le videochiamate mi permettono fortunatamente di comunicare con i miei genitori in Umbria", ha detto Maurizio Spallaccini, originario di Perugia.

Si augura che questo "periodo traumatico" sia finito entro l'estate, quando potrà visitare la sua famiglia. " In Colonia, abbiamo sospeso tutte le attività sociali. Ci manca la vicinanza con la gente. Ho grandi speranze per il vaccino".

ArcInfo - Tradotto da Maurizio Spallaccini