Basta litigi nei Com.It.Es eletti in Svizzera
- Dettagli
Ormai è noto il modo in cui sono andate le cose in occasione delle ultime elezioni dei Com.It.Es. in ogni parte del mondo. La scarsa partecipazione e un diffuso disinteresse da parte dei connazionalisono stati gli elementi più evidenti di questa tornata elettorale. E, per la verità, trovo ingiusto dare la colpa solo ed esclusivamente alle nuove regolamentazioni imposte dal Ministero degli Affari Esteri. Le vere ragioni sono in parte riconducibili alla nostra mancata capacità di fare informazione e veicolare un messaggio di credibilità alla elezione di questo organo verso tutti coloro che ancora vi ripongono aspettative e speranze.
Si legge un po’ ovunque, che questi Comites “non servono a nulla”, che “sono stati eletti col 3,6% degli aventi diritto”, che “queste persone che non sono eleggibili” e chi più ne ha più ne metta. Alla fine tutte queste polemiche, alquanto sterili, non hanno fatto altro che contribuire a quel sostanzialedistacco che si è venuto a creare tra i nostri connazionali e questi organi di rappresentanza eletti. A farne le spese, peraltro, è stato anche “l’associazionismo in genere” che, negli ultimi 10 anni, ha visto un brusco calo di interesse da parte di tutta la popolazione di migranti.
Non sono mancate, inoltre, polemiche e proteste (da parte degli italiani più attenti) sulle norme di disciplinano i criteri di eleggibilità. Questa presunta incomprensione nella legge è stata sollevata 11 anni fa è subito chiarita già allora, (art. 5 co 4 http://www.camera.it/parlam/leggi/03286l.htm) che sostanzialmente, si presume, tagliano fuori una rosa parte importante di possibili candidati.
Io, sono giunto alla personale conclusione che la bagarre, le polemiche e l’astio che si sono istauratirecentemente, hanno peggiorato la situazione ed indebolito un equilibrio già di per se instabile.
Proprio di fronte alla reale minaccia di eliminazione di tutti gli organi eletti, quali i Com.It.Es. ed i CGIE, si dovrebbe dare dimostrazione di convergenza e comune senso della difesa dei valori nazionali e dei sentimenti di comunità. Con la consapevolezza che non è cosa facile però.
La comunità italiana in Svizzera, dovrebbe rimboccarsi le maniche e dimostrare di poter dare un segnale di cambiamento. Questo per restituire dignità a chi è stato eletto ma anche dare un senso all’impegno di chi li ha sostenuti.
Ai margini della situazione attuale, sarebbe d’auspicio guardare con ottimismo al futuro dei nuovi Com.It.Es. ma anche contribuire ad un cambiamento che possa dare loro una reale dignità di rappresentanza.
Lasciamoli lavorare serenamente in modo da poter dare ai nuovi eletti, (molti alla loro prima nomina), di valutare la situazione e trovare il bandolo della matassa di un nuovo concetto di solidarietà. Diamo a questi Com.It.Es. il sostegno e gli strumenti per comprendere i nuovi fenomeni migratori che interessano l’Europa ed in particolare la Svizzera. Con la speranza che questo porti un reale beneficio alla vecchia e nuova migrazione.
Buon lavoro a tutti i Com.It.Es eletti in Svizzera e nel mondo.
Carmelo Vaccaro