Migranti/ Ricciardi (Pd): la storia dei figli degli stagionali italiani in Svizzera dovrebbe dire qualcosa al Governo
- Dettagli
"L'impatto della migrazione nella realtà costitutiva della Svizzera è spesso sottovalutato, in realtà è superiore a quello di un Paese come gli Stati Uniti. Il numero di figli di lavoratori stagionali che vivevano nascosti in Svizzera durante il boom economico del dopoguerra è molto più alto di quanto stimato finora. Gli ultimi dati calcolati dal Fondo nazionale svizzero (FNS) affermano che sono 50.000 i bambini che hanno vissuto illegalmente nella Confederazione dal 1949 al 1975". Lo ha dichiarato a Keystone - ATS, Toni Ricciardi, storico delle migrazioni presso l'Università di Ginevra e deputato del Pd eletto all'estero che ha elaborato questi dati per un progetto di ricerca che co-dirige per il Fondo Nazionale Svizzero.
"Lo statuto dello stagionale in Svizzera abolito nel 2002 consentiva ai lavoratori interessati - di cui circa il 90% italiani - di rimanere nove mesi all'anno in Svizzera e autorizzava il raggruppamento familiare solo per tre - sei mesi, a dipendenza del cantone. Ciò ha portato a separazioni spesso dolorose, con i minori costretti a rimanere nel Paese d'origine o a vivere nascosti in Svizzera. In totale, il numero dei bambini interessati dalle norme restrittive sull'immigrazione - dovendo rimanere con i nonni o altri parenti nel paese di origine, in particolare in Italia, Spagna e Portogallo - raggiunge i 500.000".
"Vivere in clandestinità – spiega il deputato dem – significava, in primo luogo, non andare a scuola, anche se la società civile si è mobilitata, in particolare a Neuchâtel, per offrire istruzione e cure mediche ai minori coinvolti, precisa Ricciardi. A volte con la complicità delle autorità, che chiudevano un occhio. Ma la paura restava".
"La storia della migrazione italiana in Svizzera, ingiusta e inumana, dovrebbe dire qualcosa all'attuale classe dirigente alla guida del Paese”, annota Ricciardi. “Siamo stati per secoli e siamo tutt'ora un popolo di migranti. Invece di alimentare una falsa percezione del fenomeno migratorio, un esecutivo serio agirebbe su due direttrici: dare il suo contributo in Europa per un cambiamento di paradigma delle politiche migratorie comunitarie e organizzare canali di ingresso regolari. In Italia – conclude – si preferisce fare propaganda anche con azioni disumane".