Un 26 agosto a Mattmark: un ricordo duraturo e un tributo commovente - di Carmelo Vaccaro
- Dettagli
La tragedia di Mattmark, avvenuta il 30 agosto 1965 nella regione di Saas-Almagell, Vallese, Svizzera, è rimasta impressa come uno dei peggiori disastri industriali nella storia del paese. La frana provocata dal crollo di una diga naturale formante il Lago di Mattmark, costruito per scopi idroelettrici, causò devastazioni e una perdita di vite umane. La costruzione della diga di Mattmark era iniziata negli anni '50, con l'obiettivo di creare una riserva idrica per la produzione di energia idroelettrica. Il 30 agosto 1965, durante lavori di perforazione nella montagna soprastante la diga, si verificò un cedimento improvviso. Questo causò una frana che cadde nel lago artificiale sottostante, generando un'onda che superò la diga e si abbatté sulla zona circostante.
L'onda causò enormi danni: distrusse il vicino insediamento di Saas-Almagell e danneggiò gravemente la strada e altre infrastrutture. Il numero esatto delle vittime varia nei resoconti, ma si stima che siano stati almeno 88 lavoratori dei quali 86 uomini e 2 donne: 56 italiani, 23 svizzeri, 4 spagnoli, 2 tedeschi, 2 austriaci e un apolide. Fu la provincia di Belluno, con 17 vittime, a essere la più colpita, insieme al comune di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, che perse 7 uomini. La tragedia sarebbe stata catastrofica se tutto questo fosse successo solo mezz'ora più tardi, dopo la fine del turno, quando nelle baracche sarebbero stati presenti fino a 700 lavoratori.
L’evento suscitò grande sconcerto e discussione in Svizzera e all'estero. Sollevò questioni riguardanti la sicurezza sul posto di lavoro, le condizioni dei lavoratori stranieri e l'effetto dell'industrializzazione su aree montane sensibili. In seguito alla tragedia, sono state apportate modifiche alle normative di sicurezza e alle politiche di gestione delle dighe in Svizzera. La tragedia di Mattmark ha avuto un impatto duraturo sulla coscienza collettiva della Svizzera e ha portato a una maggiore attenzione verso la sicurezza sul lavoro e la valutazione dei rischi in progetti industriali simili.
Un doveroso tributo ad una tragedia che simboleggia il sacrificio di numerosi lavoratori italiani in Svizzera, coloro che hanno lasciato l'Italia alla ricerca di un futuro migliore, è stato reso il 26 agosto scorso, alla presenza di numerose personalità. Presenti anche Maria Testa e Ilario Bagnariol, due dei sopravvissuti. La parte ufficiale è stata affidata a Gennaro Praticò, in assenza di Domenico Mesiano presidente del Comitato organizzatore, che ha salutato la presenza di diverse personalità istituzionali, tra cui Silvio Mignano, Ambasciatore d’Italia a Berna, e il Console Generale d’Italia a Ginevra, Tomaso P. Marchegiani. L'evento ha visto la partecipazione di diverse associazioni italiane, ciascuna con le proprie bandiere. Tra queste, anche la Società delle Associazioni Italiane di Ginevra, nota come SAIG, e l’Unione Nazionale Decorati Italiani in Svizzera, UNDIS rappresentate da chi scrive. Giacomo Salemma ha avuto l'onore di portare la corona commemorativa, mentre Domenico Silleri è stato portabandiera.
Presenti alla commemorazione anche rappresentanti dei Comites: Barbara Sartore (Ginevra), Paolo Frattolillo e Natale Catanese (Losanna). Questo raduno non solo ha permesso di onorare la memoria dei lavoratori italiani che hanno dato tutto per costruire un futuro migliore, ma ha anche sottolineato l'importanza di mantenere vive le loro storie e di continuare a promuovere la solidarietà tra le comunità italiane all'estero. Questi episodi, accompagnati da altre fatalità, ancorché di minore entità, verificatesi nei contesti lavorativi, si intrecciano in un tessuto di narrazioni strazianti. Eventi che, con la loro crudele realtà, hanno svolto un ruolo significativo nel plasmare il cammino verso una rapida e profonda evoluzione all'interno del complesso processo di integrazione dei connazionali, così come di coloro provenienti da altre terre.