
“NON FAR RUMORE”, due giorni intensi di incontri e proiezioni
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La Colonia Libera Italiana di Losanna e la Fondazione Margherita per la cultura italiana hanno organizzato i 24 e 25 maggio due proiezioni del docufilm di Alessandra Rossi e Mario Maellaro a Sion e a Pully.Questo film commovente rievoca la storia dimenticata dei bambini a cui era vietato il soggiorno in Svizzera.
I figli degli immigrati (permesso A, stagionale) furono particolarmente maltrattati fino agli anni '90. Nella maggior parte dei casi restavano nel paese con la madre, anch'essa soggetta agli stessi divieti, oppure con i nonni o altri parenti. Quando ciò era impossibile, i bambini venivano collocati in istituti privati, spesso vicino al confine. Altre famiglie, non più in grado di sopportare la separazione o per altri motivi, hanno portato illegalmente i propri figli in Svizzera. Questi bambini vivevano nascosti, soli tutto il giorno, senza alcun diritto. Anche in circostanze drammatiche la Svizzera non ha concesso permessi umanitari.
Ormai adulti, condividono con noi i loro ricordi e i loro sentimenti, ma mostrano anche il coraggio di convivere con queste ferite. Hanno dovuto stare zitti, essere invisibili, ora parlano per testimoniare della loro infanzia rubata ma sono anche portavoce dell’infanzia negata di decine di migliaia di ex-bambini che ancora tacciono su questi mesi o anni di clandestinità.
A Sion, Annalisa Izzo della Fondazione Margherita ha organizzato l’evento nell’aula del Lycée-Collège La Planta il venerd`24 maggio alle 18. Circa 60 persone erano presenti, tra cui gli studenti di due insegnanti d’italiano del liceo. Il film ha suscitato molte emozioni, ma la discussione non è cominciata subito perché forse non si è lasciato abbastanza tempo al pubblico per reagire o fare delle domande. Vedere un film così, con tanti momenti intensi, non è banale, è una botta al cuore. C’erano persone anziane molto commosse e per i più giovani, non è facile ammettere che bambini nel nostro paese abbiano dovuto subire tali situazioni. La discussione si è svolta poi in modo meno formale e abbiamo ricevuto qualche impressione sul film e parecchi racconti personali. Gocce di storie personali, forse mai dette finora. Si spera che le parole si trasmetteranno dopo il consiglio dato ai giovani di farsi raccontare dai loro genitori e nonni storie familiari e di essere attenti ai diritti ancora negati agli invisibili di oggi.
L’indomani alle 10, circa 80 persone sono venute al Cinema CityClub, un cinema indipendente che ci ha affittato la sala e ci ha accolto per questo evento. Alessandra Rossi era accompagnata da Fabrizio, uno dei protagonisti del docufilm. La sua presenza sul palco ha reso ancora più intense le testimonianze viste e sentite nel film. Alessandra, Fabrizio e io abbiamo cominciato a discutere del film, poi parecchi spettatori e spettatrici hanno preso la parola e hanno potuto raccontare le loro esperienze, le loro sofferenze o i loro ricordi familiari spesso dolorosi. Altre persone hanno presentato alcuni temi di ricerca (per es. affidamento dei minori, traumi e ripercussioni sulla salute fisica e mentale). La discussione, in modo più spontaneo, è continuata nella hall del cinema dove veniva offerto un aperitivo e dove Cecilia e Pierdomenico facevano autografi e illustrazioni alle persone che compravano il fumetto.
Per finire, abbiamo condiviso un bellissimo momento con Alessandra, Fabrizio, Enzo e altri amici sulla terrazza di un ristorante di Pully.
Si spera che le testimonianze dirette o viste nel film, ma anche il fumetto di Cecilia e Pierdomenico o altri scritti aiutino gli ex-bambini che hanno conosciuto mesi o anni di isolamento a osare “mettre des mots sur leurs maux”, mettere delle parole sulle loro pene, o almeno a sentire che tanti altri bambini e famiglie hanno sofferto e soffrono ancora, come loro, a causa di leggi ingiuste e disumane. E noi, testimoni di queste ingiustizie, passate o presenti, dobbiamo far rumore per denunciarle.
Dominique Wittwer
Colonia Libera Italiana di Losanna