“Ormai il bubbone sembra essere scoppiato. La denuncia di Antonio Bruzzese, già consigliere del Cgie e già responsabile dell’Inca Cgil in Argentina, il quale ha inviato una lettera di denuncia sui patronati all’estero al Presidente del Senato, Pietro Grasso, lanciando pesanti accuse ai patronati riguardo presunte speculazioni all’estero, fa seguito a quello che il referente svizzero dell’associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione”, Angelo Mura, aveva denunciato tramite un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica e alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Roma”. A scrivere è Gian J. Morici, Coordinatore Circoli Internazionali dell’associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione”.

Morici, in particolare, ricorda che “Mura, direttore della sede estera svizzera di Ginevra del Patronato ACLI dal mese di giugno del 1999 fino al mese di maggio del 2013 – come dichiarato nell’esposto presentato - dal giorno del suo insediamento presso la sede di Ginevra aveva dovuto far fronte a numerose e gravi mancanze della sede generale italiana del Patronato. In particolare, aveva ripetutamente segnalato, senza mai ottenere alcun riscontro, il mancato versamento di quelle somme che consentissero una regolare gestione organizzativa della sede affidata alla sua direzione, dovendo acquistare personalmente e con sue sostanze anche l'arredo dell'ufficio che dirigeva”.

“Nonostante della vicenda fossero stati portati a conoscenza il Coordinamento svizzero, al quale fu chiesto invano di trasmettere la documentazione contabile e bancaria per accertare l'effettivo stanziamento dei fondi necessari a garantire il funzionamento della sede di Ginevra; il Responsabile del settore estero del Patronato, il Direttore Generale e il Presidente, arrivando finanche ad interessare persino il Consolato Generale d'Italia di Ginevra che rispose che avrebbe riferito tutto quanto al Ministero degli Esteri italiano, - denuncia Morici – nessuna delle suddette segnalazioni ebbe il riscontro che il caso avrebbe meritato”.

“Tra i gravi fatti denunciati dall’allora ex direttore della sede ginevrina del patronato – come riportato nell’esposto presentato dal Dott. Mura – durante l’intero arco temporale del suo incarico, lo stesso fu costretto a svolgere anche le mansioni del secondo operatore che, in ragione delle caratteristiche della sede di Ginevra, doveva essere presente in ufficio, poichè questa figura, benché espressamente prevista come obbligatoria, risultava soltanto formalmente assegnata all’ufficio. La presenza del secondo operatore – si legge nella nota del coordinatore dei Circoli internazionali de “I cittadini contro le mafie e la corruzione”, Gian Joseph Morici – stante i fatti denunciati dal nostro referente di Ginevra, nel corso dell'intero periodo, ad eccezione di pochi mesi, non fece parte effettivamente dell’organico e prima di tale operatore, presente effettivamente soltanto per un semestre presso l'ufficio di Ginevra, alla sede risultava assegnata altra operatrice che, addirittura, era a sua volta addetta alla sede svizzera di Aarau del medesimo Patronato”.

“Per tali ragioni, - continua Morici – l’ex direttore della sede ritenne di dover interessare il competente Ispettorato del Ministero del Lavoro italiano perché verificasse la sussistenza di tali irregolarità e ponesse finalmente fine a dette discutibili pratiche. Orbene, prima che si debba addivenire alla conclusione che sia necessario ricorrere ad ulteriori tagli in danno dei Patronati all’estero a seguito dei presunti sprechi e abusi – secondo Morici – sarebbe auspicabile venissero verificate tutte la situazioni venutesi a creare nel corso degli anni, spesso denunciate, come nel caso del Dott. Mura, perseguendo gli eventuali responsabili ed evitando la scandalosa chiusura delle sedi estere, che – conclude – finirebbe con il penalizzare ulteriormente le fasce sociali più deboli”.