
LE BANCHE ELVETICHE NON POSSONO BLOCCARE I CONTI IN NERO DEI CLIENTI ITALIANI
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Nel seguire la vicenda del nuovo Accordo fiscale firmato lo scorso 23 febbraio tra la Svizzera e l’Italia e le implicazioni che esso ha per gli italiani residenti in Italia (non solo per i soliti ed incalliti evasori ma anche per diversi ex emigrati italiani), titolari di un conto bancario/postale, non dichiarato all’Agenzia delle Entrate italiana, si informava che le banche elvetiche avevano bloccato tali conti impedendone ogni movimentazione ai loro titolari, se non previa dimostrazione di averne fatto autodenuncia (Voluntary Disclosure) al fisco italiano.
Nel contempo si ricordava, pure, che in Ticino alcuni clienti italiani avevano fatto causa alle rispettive banche, vincendole, sia pure in prima istanza. Evidentemente una di queste cause è proseguita nei successivi gradi di giudizio arrivando fino al Tribunale Federale di Losanna (la massima istanza giudiziaria della Confederazione). Infatti è notizia di questi giorni che la massima Corte elvetica ha accolto il ricorso di un cittadino italiano imponendo alla banca, che gli aveva bloccato il conto, di consentirgli di poter disporre a piacimento del suo capitale. Essendo una sentenza che fa giurisprudenza, essa, da un lato, farà felici quanti (compreso eventuali ex emigrati in Svizzera) non avevano ancora approfittato della “Voluntary Disclosure” e, dall’altro, farà invece venire la bile a quanti (compreso eventuali ex emigrati in Svizzera) si sono già autodenunciati all’Agenzia delle Entrate italiana, il cui termine è stato prorogato all’ormai prossimo 30 novembre.
Tuttavia non va dimenticato (anche da parte di quelli colpiti da bile!) che i capitali depositati dai clienti italiani in questi conti in nero nelle banche (poste) elvetiche - sia pure liberi, ora, di poter essere movimentati - per la legge ed il fisco italiani restano comunque sempre in nero e quindi i loro proprietari perseguibili dalla giustizia italiana – se non dichiarati - nonostante questa sentenza del Tribunale Federale elvetico.
Dino Nardi, coordinatore UIM Europa