
NESTI (ENTI GESTORI SVIZZERA): BENE LA STABILITÀ MA PER I CORSI I FONDI SONO INSUFFICIENTI
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“Il coordinamento enti gestori in Svizzera prende atto delle numerose e positive misure adottate in favore degli italiani all’estero durante l’iter parlamentare della Legge di stabilità 2016. Al coordinamento enti gestori corre tuttavia l’obbligo di segnalare che i fondi a disposizione degli enti gestori per la gestione dei corsi di lingua e cultura italiana per il 2016 non sono sufficienti a garantire la continuità di tutti i corsi attualmente funzionanti”. Luci ed ombre nella legge di stabilità per gli Enti gestori della Svizzera che, coordinati da Roger Nesti, oggi non mancano di sottolineare l’inadeguatezza dei fondi per i loro corsi.
“Grazie all’impegno dei parlamentari eletti all’estero durante l’iter parlamentare sono stati recuperati 3,4 milioni di EURO per gli enti gestori”, scrive Nesti. “Con tale modifica si annulla tuttavia solo il taglio inizialmente previsto nella Legge di stabilità. A conti fatti per gli enti gestori nel 2016 sono a disposizione gli stessi fondi di quest’anno, ma nel frattempo il numero dei corsi gestiti dagli stessi è considerevolmente aumentato. È illusorio pensare che con gli stessi soldi del 2015 si possano gestire centinaia di corsi in più”.
Gli enti gestori in Svizzera, ricorda Nesti, “nel 2015 hanno fatto in pieno la loro parte. Con grande responsabilità hanno rilevato 250 corsi rimasti scoperti per la soppressione di 29 cattedre di ruolo, garantendo a oltre 2700 la continuazione del loro percorso di apprendimento della lingua italiana. Sotto l’albero di Natale il MAECI ad alcuni degli enti ha riservato l’amara sorpresa di un taglio del contributo integrativo precedentemente annunciato”.
Il coordinamento enti gestori, prosegue Nesti, “non mette in dubbio la necessità di riparametrare i contributi integrativi rispetto al numero di corsi effettivamente gestiti, ridistribuendo i contributi integrativi tra tutti gli enti che si erano fatti carico di rilevare i corsi scoperti. Il coordinamento chiede tuttavia che in queste operazioni si tenga conto delle spese effettivamente sostenute, piuttosto che ricalcolare i contributi sulla base di un totale teorico di corsi che esisteva solo sulla carta. Pur avendo infatti garantito alla quasi totalità degli alunni la continuazione dell’insegnamento, - conclude il coordinatore – nell’insieme i contributi integrativi assegnati alla Svizzera sono stati ridotti di oltre il 10%”.