GALLERIA DI BASE DEL SAN GOTTARDO: IL 1° GIUGNO SI CONCLUDE IL CONTO ALLA ROVESCIA
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“È il caso di dirlo: dopo 17 anni, ha i giorni contati. Poi, una volta officiata, il primo giugno, la liturgia del taglio del nastro, sarà consegnata al mondo. Dapprima, il 4 e 5 giugno e nei mesi a venire, a coloro che vorranno approfittare dell’occasione ed essere fra quelli che la percorreranno con viaggi speciali. In seguito, dall’11 dicembre, diverrà patrimonio comune di chi utilizzerà il treno per trasferirsi dal sud al nord delle Alpi. E viceversa. Stiamo parlando del tunnel di base del San Gottardo: con i suoi 57 km, la galleria ferroviaria più lunga al mondo”. Al San Gottardo è dedicata la copertina del nuovo numero de “La rivista”, mensile diretto a Zurigo da Giangi Cretti che, come di consueto, accoglie i lettori con il suo editoriale.
“Un’opera di altissima ingegneria, talmente appetita, da trasformarsi in oggetto del desiderio di molti. Che avrebbero voluto poterne esibire, assumendola, la paternità. Tant’è, che quatto quatto (semplicemente distratto?), qualcuno c’ha pure provato. Senza successo. Perché quella che avvicina ancor di più il nord al sud dell’Europa (e viceversa) è un’opera che la Confederazione elvetica ha voluto e realizzato sul proprio territorio a proprie spese. Un’opportunità: perché si accorciano le distanze, non solo geografiche fra l’Europa mediterranea e quella continentale; perché cambierà il modo di pendolare, con tutto quello che comporta in termini di incontro di persone, di abitudini e di culture (pur sempre affini); perché ci si aggancia al treno (non solo metaforico) dell’alta velocità favorendone lo sviluppo anche sull’asse nord-sud (e viceversa).
Al contempo, una sfida: perché dovrebbe tradursi in un tangibile incentivo al trasferimento del trasporto delle merci dalla gomma alla rotaia; perché sulla sua reale funzionalità pesano gli sbocchi in entrata e in uscita, sia a nord sia al sud della Svizzera, dove perplessità permangono attorno all’effettiva agibilità delle rampe d’accesso e dei centri di smistamento intermodale. Se, con attenzione, si guarda a settentrione di Basilea, dove l’infrastruttura logistica deve garantire il trasbordo efficiente dal camion al treno (e viceversa), con preoccupazione si registra che a meridione di Chiasso lo stesso obiettivo, puntualmente evocato a parole, non sembra trovare adeguata concretezza nei fatti.
La Svizzera, per sua natura e per i trafori che ha realizzato negli ultimi due secoli, è al centro di uno dei principali assi del trasporto merci in Europa.
Ogni anno, attraverso le Alpi svizzere, viaggiano su rotaia circa 26 milioni di tonnellate di merci, per l’80 per cento in transito internazionale. Con la galleria di base, il collegamento transal- pino assumerà la caratteristica di una ferrovia di pianura. Con conseguenti notevoli vantaggi, derivanti dal fatto che consente il transito di treni più lunghi e più pesanti, con l’impiego di meno locomotive e tempi di percorrenza ridotti. I treni merci non avranno più bisogno di una locomotiva di spinta supplementare, il che permetterà di evitare lunghe manovre di smistamento. In tal modo, il trasporto merci su rotaia diventerà più concorrenziale, acquisendo efficienza e affidabilità maggiori. La capacità di trasporto aumenterà: nella nuova galleria potranno, infatti, transitare fino a 260 treni merci al giorno, a fronte degli attuali 180. Naturale prevedere, lo confermano anche diversi studi, che questo volume sarà destinato ad aumentare in futuro. Comprensibile, pertanto, che si voglia evitare l’ingorgo e le conseguenze – soprattutto a sud - dell’effetto imbuto. Vantaggi ci saranno anche per il traffico passeggeri.
Solo nel bacino di utenza tra la Germania meridionale e l’Italia settentrionale, più di 20 milioni di persone beneficeranno di questa opera. La ferrovia di pianura permetterà collegamenti ferroviari più rapidi (meno di 20 minuti il tempo di percorrenza in galleria) e, si confida, affidabili e puntuali. Nella galleria i treni viaggiatori transiteranno, con cadenza semioraria. di regola a 200 km/h; in futuro sarà possibile raggiungere punte di 250 km/h. La riduzione dei tempi di percorrenza avverrà gradualmente a partire dal 2016. Una volta conclusi i lavori sull’intero asse del San Gottardo (incluse le tratte di accesso e la galleria di base del Ceneri pronta nel 2020), il risparmio di tempo tra Zurigo e Lugano ammonterà a circa 45 minuti. Se è vero, fin dal 1967, che la Cina è vicina, è altrettanto vero che, fra poco, Milano e Zurigo, vicini, lo saranno ancor di più”.
GIANGI CRETTI