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DEPUTATI PD ESTERO: IMPORTANTE FASE DI TRANSIZIONE PER LA PROMOZIONE DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANE ALL’ESTERO

“Il sistema di promozione della lingua e della cultura italiane all’estero, al quale in tanti ormai attribuiscono un ruolo strategico per gli interessi generali del Paese, vive una fase di transizione dalla quale dipenderanno le prospettive di più lungo periodo”. Partono da qui le riflessioni dei sei deputati Pd eletti all’estero - Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta e Tacconi – che in una nota congiunta ribadiscono l’auspicio di un intervento unitario nel settore, anche alla luce dell’avvio dei lavori preparatori degli Stati generali di Firenze, sempre attenti ai seguiti della “Buona scuola”.


“Abbiamo preso atto con favore, esprimendo il parere sul decreto di riorganizzazione del MAECI, dello spostamento in seno alla Direzione per la promozione del Sistema Paese, dei corsi di lingua italiana e del conseguente riaccorpamento di tutte le forme di intervento in questo campo. Presupposto importante di più efficace coordinamento e programmazione. Nello stesso tempo, abbiamo chiesto e ottenuto che tra i compiti della Direzione Sistema Paese il rapporto con gli enti gestori fosse esplicitamente menzionato e che una delle osservazioni del parere riguardasse l’opportunità di una seria riflessione sullo spazio che le politiche per gli italiani nel mondo devono avere nelle scelte strategiche della Farnesina.

Stiamo seguendo con vivo interesse, inoltre, l’impegno di decretazione che al Governo compete, anche per quanto riguarda la riorganizzazione del sistema di promozione linguistica e culturale all’estero, a seguito delle deleghe che il Parlamento gli ha attribuito con l’approvazione della legge 107 sulla “Buona Scuola”. Il decreto, com’è noto, è compito del Governo che lo adempie in piena autonomia, ma, per quanto ci riguarda, continuiamo ad insistere che il superamento della normativa esistente, nella quale spicca l’annosa e famosa 153, avvenga prendendo atto delle profonde trasformazioni intervenute negli anni, della pluralità dei soggetti e delle forme dell’intervento, ad iniziare dal ruolo che gli enti gestori da tempo meritoriamente svolgono, dell’esigenza di forte flessibilità rispetto ai contesti ambientali nei quali l’intervento ricade.

In particolare, torniamo a riaffermare la centralità di un vero, serio e non burocratico coordinamento dell’intervento, che non escluda anche l’eventualità di forme di organizzazioni innovative operanti in sedi istituzionali autorevoli, l’assunzione di un metodo di programmazione triennale, il riconoscimento e la generalizzazione dei “Piani Paese” e il costante monitoraggio di qualità delle attività.

È questa anche la fase di preparazione della seconda assise degli Stati generali della lingua italiana a Firenze. Con gli auguri di un pieno successo, formuliamo l’auspicio che su di essa vi possa essere un’utile interlocuzione con gli organismi parlamentari e che il giusto risalto mediatico s’intrecci anche con la ricerca di forme nuove di presenza linguistica e culturale dell’Italia nel mondo”.

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