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MoVimento 5 Stelle: REFERENDUM COSTITUZIONALE

La Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo e in Italia è stata scritta dai nostri padri costituenti con rispetto, passione, lungimiranza e amore per il proprio Paese. Oggi assistiamo, invece, al tentativo di sferrare il colpo di grazia ad un Paese in ginocchio usando il peggior modo per riscriverla. Ben 47 articoli su 139 saranno modificati stravolgendo totalmente i principi della nostra Costituzione. Attraverso un’iniziativa governativa e non parlamentare, approdata successivamente, nelle Aule di Camera e Senato per essere votata da una maggioranza casuale. Il trio Renzi-Boschi-Verdini e il Parlamento italiano, che ha visto in quasi tre anni ben 244 membri (130 deputati e 114 senatori) cambiare Gruppo per sostenere la maggioranza all'occorrenza, riscrivono la nostra Costituzione. Lo hanno fatto utilizzando gli strumenti parlamentari più estremi per accelerare l’iter, annullando le garanzie riconosciute all'opposizione. Ma cosa a cosa mira Renzi? La riforma si prefigge «il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione» ma è vero?.


Supereremo il bicameralismo perfetto?
Falso.
Continueremo ad avere una Camera e un Senato che si rimpalleranno le leggi col classico sistema bicamerale. Sono 22 le categorie di norme che restano bicamerali, con ricorsi, conflitti e dubbi interpretativi. I possibili procedimenti legislativi, che oggi sono soltanto 2 (quello ordinario e quello costituzionale) diventerebbero addirittura 10. Nessuna semplificazione. Inoltre il Senato non sarà elettivo ma composto 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 senatori eletti dal Presidente della Repubblica. Il numero totale scenderà così dagli attuali 315 a 100 membri, anche se inquisiti o imputati che potranno andare in Senato godendo dell’immunità, rischiando così di consegnare alla storia il peggior Senato della Repubblica.

Ci sarà una concreta riduzione dei costi del Senato?
Falso.
500 mln di euro l’anno secondo Renzi che viene immediatamente smentito dalla Ragioneria Generale dello Stato ,in totale si parla di 57,7 milioni di Euro. Solo di un quinto, sarebbe stato sufficiente dimezzare i deputati della Camera e Senato come proposto dal Movimento 5 Stelle oppure decurtare del 10% lo stipendio di deputati e senatori. Resterà in ogni caso da pagare diaria e supporto per il mandato dei senatori ma non si parla dell’aumento delle spese di segreteria di assistenza parlamentare che bisognerà potenziare.

Revisione del titolo V
Caotica.
Si tratta di quella parte della Costituzione italiana in cui vengono decisi i ruoli e le competenze delle autonomie locali: comuni, province e regioni. Assisteremo al rafforzamento del potere centrale a danno delle autonomie. La riforma Renzi mirava a stabilire il confine netto delle competenze e quindi l’eventuale contenzioso che si crea innanzi alla Corte costituzionale bloccando o invalidando numerosissime leggi, che questa riforma non risolverebbe i contenziosi. La programmazione e l'organizzazione dei servizi sanitari (materia di competenza regionale) e dove iniziano le “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute” (di competenza statale)? Quale opera sarà da considerarsi “dotazione infrastrutturale” (regionale) e quale “infrastruttura strategica” (statale)? Sarà introdotta una “clausola di supremazia” «su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale». Perché l’utilizzo della clausola di supremazia è affidata al Governo anziché dall'organo legislativo che è il Parlamento? Il premier avrà uno strapotere incontrastato, potrà scegliersi il presidente della Repubblica, ma anche i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare, i componenti delle Autorità “indipendenti”, l’amministratore delegato e il Cda della Rai.

L’ abolizione del CNEL?
Non vi è relazione diretta tra l’abolizione del CNEL e il resto del progetto di riforma, l’abolizione del CNEL sarebbe stato approvato ad amplissima maggioranza e in tempi più rapidi comunque. Questa Costituzione è scritta in modo da non essere compresa dai cittadini, non riduce i costi, non migliora la qualità dell'iter legislativo, sottrae la sovranità dalle mani del popolo limitando la partecipazione diretta, triplica, infatti da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare. A sostegno del  Sì, molti professori ma non ce n’è uno che insegni la Costituzione. Contro la riforma, sono scesi in campo “56 costituzionalisti 11 presidenti emeriti e 5 vicepresidenti emeriti della Corte costituzionale. Ora tocca al Popolo Sovrano esprimersi.

Consigliere Monica Corsini / Milena Ragazzini

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