Referendum costituzionale. L’on. Tacconi (PD): tra i molti meriti della Riforma costituzionale il mantenimento della Circoscrizione Estero
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Si è tenuta ieri una conferenza stampa del duo D’Alema/Quagliariello che hanno arruolato nel fronte del "no" personaggi del calibro di Dini, Fini e Cirino Pomicino, vale a dire il meglio del meglio della prima repubblica. I nostri hanno annunciato una loro mini-riforma alternativa da approvare, se il 4 dicembre venisse bocciata quella attuale, nei quattro mesi successivi, senza peraltro indicare con quale maggioranza in Parlamento.
Una marcia forzata, annunciata con assoluta certezza di successo, che non ci si sarebbe aspettata da colui che fu il presidente, nel 1997, di una bicamerale per le riforme costituzionali. Quella commissione durò circa un anno e mezzo ma non approdò a nulla a causa dei veti incrociati di destra, sinistra e centro. Vale però la pena ricordare all’On. D’Alema che la riforma ora sottoposta al referendum confermativo si pone in continuità con il testo ipotizzato dalla bicamerale che egli presiedeva e sfugge, perciò, perché ora la demonizzi.
L’on. Quagliariello, dal canto suo,è stato il presidente della Commissione di Saggi, istituita all’inizio di questa legislatura per studiare un nuovo assetto istituzionale. Ne era coordinatore l’On. Luciano Violante che ora, a differenza di Quagliariello, si è coerentemente schierato per il ‘Sì’. La Commissione dei Saggi, infatti, proponeva, tra le altre cose, la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo paritario, il rafforzamento delle prerogative del governo in Parlamento attraverso la fiducia monocamerale, la semplificazione del processo decisionale, la definizione delle competenze dello Stato e delle Regioni per evitarne le sovrapposizioni e le conflittualità. Anche qui mi pare di vedere molti elementi di continuità con la Riforma approvata la scorsa primavera e su cui l’elettorato è chiamato a pronunciarsi definitivamente con il referendum del 4 dicembre.
Ai nostri elettori residenti all’estero vorrei, poi, ricordare un’altra proposta della Commissione dei Saggi presieduta dall’On. Quagliariello: la proposta prevedeva l’abolizione della circoscrizione estero, privando i nostri concittadini nel mondo del loro sacrosanto diritto al voto. Si ripercorreva, a ritroso, la strada faticosa percorsa negli ultimi anni per arrivare al voto all’estero, privando, di fatto, milioni di italiani del diritto di cittadinanza attiva. Sarebbe una palese ingiustizia che, oltre ad andare in controtendenza rispetto a quanto hanno fatto altri Paesi che hanno adottato il nostro sistema di rappresentanza, butterebbe al rogo un capitale umano di oltre 5 milioni di persone che, in un mondo sempre più internazionalizzato, tanto contribuiscono all’economia e all’immagine dell’Italia.
Il mantenimento della Circoscrizione Estero previsto nella Riforma già approvata dal Parlamento e la possibilità, quindi, di avere una loro rappresentanza in Parlamento è un altro tassello positivo di cui gli Italiani all’estero potranno tener conto.