www.mercurival.com

A+ A A-

SCHIAVONE: IL CGIE DEVE TORNARE AD AVERE UNA VITA AUTONOMA

"Questo Cgie deve tornare ad avere una vita autonoma, sostenuta dalle economie necessarie per poter svolgere le assemblee plenarie come previsto dalla legge, le riunioni continentali come previsto dalla legge, i Comitati di Presidenza come previsto dalla legge". Al momento invece è ancora in forse l'effettiva realizzazione dell'Assemblea Plenaria straordinaria che Michele Schiavone vorrebbe convocare per la seconda settimana di dicembre, dopo il voto referendario. Scelta, questa, dettata dalla necessità di "capire come sarà rinnovata l'architettura costituzionale italiana". L'appoggio del sottosegretario Vincenzo Amendola c'è, ma allo stato attuale i fondi ancora non ci sono.


Intanto oggi il Comitato di Presidenza si è riunito a Roma per discutere di una serie di delicate questioni analizzate anche nella Relazione di Governo e che un cautamente soddisfatto segretario generale ha illustrato ai giornalisti, sottolineando la volontà dell'Amministrazione di "rilanciare il lavoro" insieme e una "attenzione nuova rispetto alle politiche migratorie", emersa "in un momento in cui l'Italia sta vivendo grandi trasformazioni, in parte volute e in parte necessarie per adattarsi alla globalizzazione".

Schiavone ha riconosciuto "l'impegno del Ministero degli Affari Esteri a rendere protagonisti gli italiani all'estero, siano essi di emigrazione tradizionale sia di nuova emigrazione, in particolare dopo i dati riportati il 6 ottobre dal Rapporto Migrantes". Da qui il rilancio di un "Osservatorio" che segni "un cambio di passo rispetto alle attese e alle aspettative di chi oggi vive all'estero e di chi desidera, per diverse ragioni, non esclusivamente di necessità lavorative, trasferirsi all'estero". Ciò vale, ha osservato Schiavone, in particolare in Europa dove il processo di cittadinanza europea risente oggi della Brexit e di "altre manifeste intenzioni di chiusura" e dove invece bisogna "favorire queste nuove esperienze affinché diventino un investimento, che possa essere recuperato con un ritorno di professionalità in Italia".

Riforma Cgie
A tale scopo – e qui veniamo al primo, fondamentale punto dibattuto oggi – il Comitato di Presidenza ha avanzato al Maeci la richiesta di nuove "forme di partecipazione e protagonismo decisionale" da definire all'interno della proposta di riforma della rappresentanza, “giunta a maturazione dopo diversi cambiamenti avvenuti negli ultimi 10 anni a seguito della prima elezione dei parlamentari esteri". Schiavone ha ricordato che la riforma si sarebbe dovuta realizzare "già tempo fa" ed oggi "i dettami di quella legge non sono più soddisfacenti" peché i tempi e le condizioni sono mutati. Bisogna allora "reimpostare la rappresentanza a livello globale", tenendone però saldi i tre livelli, indipendentemente dall'esito referendario del 4 dicembre: quello "di base", ovvero i Comites; quello "intermedio" , rappresentato "ancora" – e il segretario generale ha voluto sottolineare "ancora" – dal Cgie; e quello dei parlamentari.
Alla plenaria straordinaria di dicembre sarà presentata una bozza di riforma, che il Cgie ha redatto sintetizzando ed elaborando i 60 documenti giunti dalle tante realtà coinvolte in questo lavoro: Comites, associazioni e singole persone, insomma tutti soggetti attivi nei diversi Paesi di emigrazione. Dal testo emerge la "convinzione di superare la legge attuale sulla rappresentanza" perché "quasi obsoleta nell'applicazione, ma non nelle sue colonne portanti, i tre livelli che", ha ribadito Schiavone "dovrebbero continuare ad esistere perché riflettono la realtà" degli italiani nel mondo e perché funzionano: non a caso sono stati presi a "modello" da altri Paesi europei, come la Francia, e non solo.
La bozza è frutto della collaborazione tra Cgie – e suoi interlocutori – e Farnesina, ma, ha tenuto ha precisare il segretario generale, "abbiamo lavorato in autonomia, cercando di offrire un impianto propositivo" alla riforma. "La bozza è e rimarrà aperta a qualsiasi emendamento e contributo, ha assicurato Schiavone, perché "bisogna contestualizzarla" ed assicurare la sua validità per i futuri "15/20 anni".

Lingua e cultura
Un lavoro in "sinergia" e soprattutto in prospettiva" che il Cgie intende applicare anche negli altri ambiti delle politiche per gli italiani all'estero, come la promozione di lingua e cultura italiana, di cui tanto si è parlato questa settimana a Firenze in occasione degli Stati Generali della Lingua Italiana nel Mondo.
Michele Schiavone non ha mancato di esprimere la propria preoccupazione e quella del Consiglio Generale per le "ristrutturazioni interne" in corso al Ministero degli Affari Esteri e che "avranno ripercussioni anche sull'impianto dei servizi per la promozione di lingua e cultura in tutte le sue forme: dagli enti gestori alle scuole italiane all'estero, anche private, e alle università. La formazione continuerà ad essere "concepita come motore di proposta culturale", ma sarà sempre più "inserita all'interno del Sistema Paese che di per sé è portato a produrre economia".
Il segretario generale ha rilevato che attualmente vi sono "difficoltà di carattere finanziario", come i "ritardi nell'erogazione dei contributi" agli enti gestori, ritardi, "dovuti in particolare a questioni strutturali", che "gravano sulla tenuta dei corsi" perché non consentono di "programmare l'organizzazione delle proposte culturali e formative". Per Schiavone e per il Cgie "questa difficoltà è da superare e da assumere come priorità", intervenendo in primis sulla Legge 153/71: uno "strumento che fu all'epoca innovatore e che ha formato tantissimi di noi, però oggi i cambiamenti sono epocali" e in continua evoluzione"n e coinvolgono anche il mondo della scuola.
"L'Italia è un Paese illuminato dal punto di vista culturale", ma, ha chiosato Schiavone, "se non diamo idee e gambe a questo patrimonio culturale" non saremo in grado di "competere con altre lingue e culture, tanto quelle emergenti quanto quelle con un bacino d'utenza storicamente già ampio.
Una possibile via potrebbe essere quella della Legge 107 sulla "Buona Scuola", che, nel bene e nel male, "ha prodotto innovazioni nel Paese". Secondo il segretario generale del Cgie, da qui bisogna "partire ripensando all'applicazione e agli effetti che questa legge potrebbe avere all'estero". Schiavone ha confessato un "lavorio" in tal senso che la prossima settimana dovrebbe concretizzarsi in un decreto sul quale "il Cgie vuole esprimere suo parere".
Intanto si accoglie con entusiasmo la cifra annunciata proprio a Firenze da Matteo Renzi, che per i prossimi anni ha parlato di 50 milioni in dotazione per le politiche migratorie. Come riferito dal direttore generale Cristina Ravaglia, 12 di questi milioni saranno destinati alla promozione di lingua e cultura. Troppo poco per il Cgie – "almeno si riesce a sbarcare il lunario" –, ma sempre meglio del fondo di 5 milioni e 800mila previsto due anni fa dalla proiezione triennale finanziaria: "se tale somma fosse confermata, metterebbe in grandissima difficoltà tutto il sistema che sinora è riuscito a sopravvivere grazie al lavoro svolto dalle famiglie, dagli Enti gestori e dagli insegnanti".
"Se davvero le intenzioni del governo sono quelle di creare attorno a lingua e cultura la leva che porti questo Paese ad essere protagonista negli scenari futuri internazionali", ha detto Schiavone, non ci si può accontentare dell'uso delle piattaforma digitali, "sufficiente" invece per la promozione dei prodotti made in Italy. "Per la cultura lo strumento non può essere questo, perché la cultura italiana – fatta anche di identità e modo di vivere – si trasmette e non la sia apprende solo attraverso l'informatica. La cultura va interpretata e proposta nella sua varietà. Abbiamo bisogno di rinnovarci".

Referendum costituzionale
Il Comitato di Presidenza non poteva non occuparsi del prossimo momento referendario, in vista del quale ha riferito Schiavone, "in giro per il mondo c'è fermento e volontà di partecipazione", perché quando si parla di Costituzione emerge un "senso identitario forte". "Auspichiamo e riteniamo che la partecipazione sarà altissima e che ciò possa andare a compensare quei momenti oscuri che hanno caratterizzato alcuni passaggi della partecipazione ai momenti elettorali", come le più recenti elezioni per il rinnovo dei Comites.
Il Cgie ha "molto apprezzato l'impegno del Ministero degli Affari Esteri, che da tempo ha avviato un percorso preparatorio" al voto e, "anche rispetto all'informazione, ha anticipato i tempi e ha promosso una campagna davvero capillare".
Ora occorre prestare "attenzione sul fatto che dobbiamo rafforzare le garanzie affinché tutto avvenga nei canoni previsti alla legge", soprattutto in materia di "trasparenza", così che cadano i pregiudizi del passato e gli italiani all'estero possano "diventare protagonisti del proprio futuro". Così facendo, i tempi potrebbero essere "maturi per creare condizioni nuove per lo spoglio dei risultati all'estero" o comunque "coinvolgendo la circoscrizione estero nello spoglio e nella elaborazione dei dati". Si tratta di un "percorso per qualificare la partecipazione", dimostrare che gli italiani all'estero sono "responsabili" e ottenere un "recupero fortissimo di immagine".

Frontalieri
Fra le altre questioni discusse dal Comitato di Presidenza vi è quella dei frontalieri, soprattutto dopo il referendum del 25 settembre nel Canton Ticino, che avrà "ripercussioni sul lavoro di 68mila frontalieri che la mattina si trasferiscono in Svizzera dalla sola Lombardia".
Schiavone ha parlato di un "processo istitutivo dello Statuto dei frontalieri", da realizzarsi con il contributo di Viminale, Farnesina, sindacati ed altri enti coinvolti, per definire la costituzione di "organismi che monitorino" il comparto.
Inoltre, il Cgie si chiede se a livello europeo non sia giunto il "momento di istituire un commissario che si occupi dei 25 milioni di cittadini europei che vivono in uno Stato diverso da quello di origine".
Il senso del voto in Ticino è "prima i nostri e poi gli italiani, tanto per ricordarci la storia", ha aggiunto Schiavone con amarezza.

Ineleggibità Comites
Altro argomento di discussione oggi è stato quello della "ineleggibilità e incandidabilità" all'interno dei Comites. Una "questione seria", come dimosytra quanto sta accadendo con le Acli in Francia, e che richiede una soluzione, "per portare a compimento questo mandato altrimenti ingestibile". Il punto è, ha spiegato Schiavone, che nella legge è chiaramente indicato che ad esempio i rappresentanti degli Enti Gestori non possano candidarsi ed essere eletti, ma non c'è alcuna indicazione in merito per i patronati. "Chiederemo al Ministero degli Esteri e a quello del Lavoro un giudizio veritatis. Anche se il problema resta di carattere politico, in quanto i patronati sono associazioni e vanno riconosciuti come tali e non identificate come soggetti istituzionali". Il Cgie formulerà dunque una "richiesta" al governo "affinché si arrivi a una legge per sanare la questione sino a termine mandato. Poi servirà cautela nel testo della riforma".
D'altra parte, ha voluto sottolineare Schiavone, "la presenza dei patronati nei Comites è, dal mio punto di vista, quasi necessaria perché sono un avamposto, quotidianamente in trincea, e conoscono le difficoltà di carattere sociale e non solo" delle comunità italiane all'estero. Peraltro, ha aggiunto, eliminare la presenza dei patronati dai Comites sarebbe "concettualmente in contraddizione" con la loro presenza tra i consiglieri Cgie di nomina governativa.

Consulte regionali dell'emigrazione
Ospiti del Comitato di Presidenza sono state ieri Veneranda Chiodini di Regione Lombardi e oggi Maria Tirabasso del Molise. A dimostrazione della volontà di "recupero dell'interesse" dele consulte regionali dell'emigrazione dal parte del Cgie.
E tra Cgie e Regioni, ha riferito Schiavone, "sta crescendo l'idea di collaborare verso la programmazione della Conferenza Stato - Regioni - Province autonome – Cgie", creando "nuove forme di sinergia" e di "sussidiarietà" in favore delle comunità all'estero. Le Regioni, infatti, sono "protagonisti in maniera complementare della proposta di internazionalizzazione" del Paese in tutti gli ambiti, dall'economia alla cultura. In tal senso Schiavone ha ipotizzato la costituzione di un fondo "paritario" tra Regioni e Ministero degli Esteri per la "promozione coordinata d lingua e cultura".

Nuovi media
Il Cgie fa i conti con la tecnologia è promette: "cercheremo di strutturare e aggiornare con continuità" il Portale della lingua italiana. Ma registra qualche "difficoltà con i social media", perché, ha riconosciuto Schiavone, "abbiamo bisogno di gente che vi si dedichi. Dobbiamo organizzarci". Ad ogni modo, ha precisato il segretario generale, "l'elemento telematico è aggiuntivo, non sostitutivo della presenza fisica"

Giovani
Verso una nuova Conferenza dei giovani italiani nel mondo. La VII Commissione del Cgie sta infatti lavorando per promuovere "momenti assembleari" dedicati alle nuove generazioni. "Questa è una esigenza per aiutare i giovani a fare comunità", ha detto Schiavone lamentando che "oggi vi è un atteggiamento di dispersione" ed invece bisogna tornare a "concepire la vita sociale in maniera unitaria". Quando saranno convocate le Commissioni continentali, saranno perciò "concepiti momenti esclusivi per coinvolgere i giovani che siano specchio della variegata complessità dele presenze della nuova migrazione". Un primo incontro è previsto nel 2018. Poi si potrà "ragionare sulla dimensione del progetto complessivo", organizzando una nuova Conferenza mondiale dei giovani.

Raffaella Aronica

The Best Bookmaker Betfair Review FBetting cvisit from here.

07524087
Oggi
Ieri
Questo mese
Scorso mese
Totale
79
1660
19652
14781
7524087

Visitors Counter