NOMINATA LA NUOVA PRESIDENZA NAZIONALE DELLE ACLI SVIZZERA
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Dopo il Congresso di Lugano dello scorso ottobre, il Consiglio nazionale delle ACLI della Svizzera, eletto per il mandato 2016-2020, si è riunito per la prima volta sabato 12 novembre a Zurigo presso la sede centrale delle ACLI della Svizzera. È quanto riportano le Acli in una nota. Il nuovo presidente nazionale, Giuseppe Rauseo, - vi si legge – nel salutare i presenti e soprattutto i molti nuovi membri del Consiglio segno di un sostanziale ricambio generazionale, ha delineato gli assi di impegnodel movimento per il 2017e proposto le linee essenziali per il programma del quadriennio.
Si intende costruire un modello organizzativo compatibile con un impegno volontario, dove i compiti siano suddivisi sulla scorta delle competenze e delle predisposizioni di ognuno dei membri del Consiglio nazionale, rilanciare il lavoro di sistema tra il movimento e i suoi servizi con l’istituzione di un Comitato nazionale dei servizi e la pianificazione di momenti formativi destinati ai dirigenti nazionali e regionali e agli operatori dei servizi, rafforzare le campagne del tesseramento, accompagnare la nascita di nuovi Circoli, ma anche incentivare la partecipazione alla vita sociale e politica rinnovando l’attenzione ed il servizio verso le fasce emarginate della popolazione e tutti coloro che si trovano nel bisogno.
“Siamo consapevoli di essere portatori di una grande tradizione da difendere ma anche di avere grandi risorse umane e tutti gli strumenti necessari per proporre progetti innovativi”, ha detto Rauseo. “La nostra vera sfida è proprio questa: riuscire a mantenere inalterati i principi e i valori da cui sono nate le ACLI, ma adeguando le modalità di intervento alle esigenze del nostro presente e cercando di essere pronti per il futuro”.
Nella sua seduta costitutiva, il Consiglio nazionale delle ACLI nazionali della Svizzera ha approvato la composizione dell’organismo dirigenziale nazionale.
La nuova Presidenza nazionale delle ACLI della Svizzera risulta quindi così composta: Giuseppe Rauseo, presidente; Simone Dimasie Antonio Cartolano, vice presidenti; Luciano Alban, segretario organizzativo; Sergio Gibelli, segretario amministrativo; Franco Narducci, membro in quanto presidente dell’ENAIP Svizzera; Franco Plutino, membro con delega al Patronato ACLI Svizzera; Giuseppe Rondinelli, presidente ACLI Argovia; Costanzo Veltro, presidente ACLI Romandia; Barbara Sorce, Responsabile Coordinamento Donne ACLI; Kety Dimasi, Coordinatrice nazionale dei Giovani delle ACLI Svizzera.
Il nuovo Consiglio nazionale ha inoltre anche approvato la Mozione finale del Congresso, linea guida del movimento per il quadriennio appena iniziato.
Ne riportiamo di seguito la versione integrale.
“Mozione finale - XII CONGRESSO NAZIONALE
22-23 ottobre 2016 - Istituto Elvetico, Lugano
NIENTE PAURA. CON LE ACLI ATTRAVERSIAMO IL CAMBIAMENTO
Le ACLI nazionali della Svizzera, riunite nel loro XII Congresso sul tema “Niente paura, con le Acli attraversiamo il cambiamento”, approvano la relazione del Presidente uscente Franco Plutino e accolgono pienamente l’invito a guardare al futuro con speranza, senza paura.
Vivere i cambiamenti che stiamo attraversando significa per le ACLI continuare una missione educativa e un impegno sociale e politico che promuova la persona, il lavoro e la partecipazione democratica, reagendoall’aumento degli atteggiamenti di assuefazione e indifferenza della nostra società davanti alle ingiustizie sociali, alla diffusione dei conflitti in varie parti del mondo, al clima di violenza e di odio che sembra aumentare in ogni settore, all’inversione di rotta del processo di unione europea, alla devastazione di risorse e di aree del pianeta.
In questa prospettiva, le ACLI chiamano a mettere in gioco i talenti personali e di gruppointensificando le relazione tra i soci, i rapporti con le istituzioni pubbliche, il sindacato, le parrocchie e con tutte quelle associazioni impegnate in condivise iniziative sociali e civili per comuni proposte programmatiche. Per affrontare adeguatamente queste sfide che coinvolgono sia i dirigenti aclisti sia gli operatori dei nostri servizi, le ACLI della Svizzera vogliono rafforzare l’impegno per favorire una rinnovata capacità progettuale, la creazione di nuovi circoli, servizi e imprese sociali, valorizzando prioritariamente le competenze presenti nel sistema.
Le ACLI della Svizzera ritengono il lavoro elemento fondamentale per la realizzazione dell’uomo e la sua fattiva collaborazione nella costruzione di una società solidale nel livello quotidiano e di proiezione al futuro. Esso é base di sostentamento per sé e la comunità familiare mentre ancora oggi l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) denuncia nell’economia mondiale condizioni di lavoro poco dignitose, sfruttamento, disuguaglianze, aumento delle povertà, insicurezze, precarietà ed erosione dei diritti fondamentali del lavoro, a partire dalla libertà di organizzazione.
Garantire che tutti gli uomini e le donne abbiano accesso ad un lavoro produttivo, in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana è un punto centrale per le ACLI. Inoltre, per una società giusta ed equilibrata e per uno sviluppo economico e sociale duraturo, si riconosce con convinzione l’importanza del ruolo dei lavoratori stranieri e dei frontalieri anche se si sollecitano urgenti sistemi di controllo degli imprenditori disonesti che creano dumping salariale e approfittano di chi ha bisogno di lavorare.
Nel discorso alle ACLI per il loro 70° Papa Francesco stesso ha espresso con forza che “L'estendersi della precarietà, del lavoro nero e del ricatto malavitoso fa sperimentare, soprattutto tra le giovani generazioni, che la mancanza del lavoro toglie dignità, impedisce la pienezza della vita umana e reclama una risposta sollecita e vigorosa contro questo sistema economico mondiale dove al centro non ci sono l’uomo e la donna: c’è un idolo, il dio-denaro …. che provoca la cultura dello scarto”.
Promuovere la pace e la giustizia sociale incamminandosi finalmente verso una cultura di fratellanza sono passaggi fondamentali per dare le risposte giuste a un mondo attuale dalla pericolosa politica internazionale, ingiusta e miope, noncurante delle future generazioni. In particolare, davanti alla grave crisi umanitaria delle migrazioni di portata biblica che bussano anche alle nostre porte, le ACLI, oltre che auspicare maggiore accoglienza, insistono perché si creino canali di transito e collocazione: una via possibile e urgente per una nazione come la nostra che vanta forti tradizioni umanitarie.
Sul piano associativo le ACLI della Svizzera confermano la positiva complementarietà del lavoro volontario con il lavoro professionale, in un’azione compatta di sistema: una sfida interessante che può essere vinta se all’organizzazione si affiancano sentimenti di amicizia che rendono l’impegno più facile e fanno crescere la forza di qualsiasi organizzazione. C’è interesse per il rilancio dell’associazionismo italiano nel mondo, promuovendo tuttavia l’integrazione sul territorio a tutti i livelli, in particolare nelle istituzioni locali, siano esse politiche, amministrative, associative o religiose. In tutto questo le ACLI della Svizzera sono chiamate a operare facendo sistema per essere efficaci e pronti alla proposta, alla concretezza nella sostenibilità, a continuare a coltivare sentimenti ispirati al messaggio evangelico e promuovere la crescita personale e della comunità mettendo a frutto con generosità,al servizio in primis dei più deboli,sia l’esperienza che viene da una importante storia associativa che i talenti di cui ognuno è dotato”.