IL COMITES DI ZURIGO SCRIVE A CGIE ED ELETTI ALL'ESTERO SEGNALANDO ALCUNE CRITICITÀ PER I CONNAZIONALI
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“Le nostre comunità chiedono ai rappresentanti nel CGIE e ai parlamentari dell’estero d’impegnarsi per trovare soluzioni sulle questioni degli italiani residenti all’estero non ancora risolte”. Si apre così la lettera che il presidente del Comites di Zurigo, Luciano Alban, ha inviato ai consiglieri dei CGIE Svizzera e ai parlamentari eletti in Europa, elencando alcune delle “criticità”, secondo il Comitato elvetico, più rilevanti.
Tra queste vi è la possibilità di effettuare “l’iscrizione all’AIRE nel Comune dove si possiede l’unico immobile in Italia”, ma non solo. Il Comites segnala infatti che “i titolari di pensioni italiane vengono sollecitati più volte, anche nel corso del medesimo anno, a presentare la dichiarazione reddituale, creando confusione e preoccupazione ai pensionati”.
Alban chiede inoltre di “facilitare la possibilità di certificare l’esistenza in vita anche ai patronati essendo la loro funzione riconosciuta e sottoposta a controllo dallo Stato italiano”, nonché di “modificare la normativa sul canone RAI per tutti i domiciliati all’estero che hanno un solo immobile, non locato, in Italia.
La lettera del Comites ricorda poi che “in molti casi vengono segnalate della difficoltà, per i residenti all’estero, ad aprire un semplice conto bancario”, avverte il Comitato da Zurigo.
“Inoltre”, sottolinea il presidente Alban, “è stata più volte ribadita in plenaria la necessità di modificare la legge che regola i corsi di lingua e cultura italiana. Da anni viene rilevata una contraddizione paradossale, si chiede agli Enti gestori di reperire risorse locali per i corsi e nello stesso tempo si obbliga l’amministrazione a scrivere che i corsi sono gratuiti, togliendo la possibilità di chiedere un formale contributo”.
Per il presidente Alban e per i consiglieri del Comites di Zurigo “aarebbe opportuno dare riscontro, quanto prima, a queste criticità con risultati che i cittadini si aspettano dalla politica”.
La lettera del Comites è stata inviata per conoscenza anche al console generale d’Italia, Giulio Alaimo.