CASA D’ITALIA A ZURIGO: L’ORA DI FAR SENTIRE LA VOCE DEGLI ITALIANI – DI FRANCO NARDUCCI
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“Non é la prima volta e probabilmente nemmeno l’ultima. Cammin facendo abbiamo assistito a dibattiti e proteste infuocate, abbiamo visto decisioni prese dai rappresentanti dello Stato e inopinatamente annullate. E abbiamo constatato, con somma soddisfazione, che in qualche caso le contro decisioni sono state una benedizione del cielo: la Casa d’Italia a Berna è un esempio eloquente di come si possano gestire le attività in modo valido e professionale senza snaturare la foggia d’italianità che all’estero ha dato i natali a numerose proprietà immobiliari dello Stato italiano.
Dopo Locarno, Bellinzona, Lucerna – strettamente nel perimetro della Svizzera – ora tocca alla Casa d’Italia di Zurigo. Un’istituzione più che un edificio demaniale, da sempre il luogo per eccellenza delle attività sociali, culturali e ricreative della comunità italiana del Cantone di Zurigo, che come noto è “governata” da uno dei più grandi Consolati Generali italiani nel mondo”. Inizia così l’articolo che Franco Narducci firma per “il Corriere degli Italiani”, settimanale diretto a Zurigo da Renzo Sbaffi.
“A ripercorrere tutte le manifestazioni, gli eventi, i personaggi o le sedute del CNI (Comitato Nazionale d’Intesa) all’epoca delle campagne contro l’inforestieramento, ospitati dal Salone Pirandello della Casa d’Italia a Zurigo è come avvertire un intenso brivido lungo la schiena. E come non ricordare l’amore, la passione e il dinamismo con cui Mario e Carla Bresciani hanno diretto per anni il Comitato di gestione della Casa d’Italia!
Ma non si tratta soltanto di ricollegare passato e presente, è in gioco il futuro. La Casa d’Italia a Zurigo ospita servizi essenziali per molte famiglie italiane, come la Scuola elementare, la Scuola media Enrico Fermi, il Liceo linguistico Pietro Martire Vermigli, l’UNI Tre e tante altre iniziative, di vario genere, che dovrebbero essere sacrificati in nome di una nuova sistemazione del Consolato Generale, frastornando un’intera comunità espropriata del suo unico e più importante simbolo.
E perché Madrid con il suo storico Liceo italiano, ospitato in un altrettanto storico edificio dello Stato italiano, può menar vanto dell’aureola luminosa di scuola italiana di qualità all’estero, mentre Zurigo, intesa come comunità italiana, verrebbe spinta ad un declino culturale e partecipativo che può arrecare soltanto danni all’Italia? È un interrogativo che giriamo volentieri alle nostre rappresentanze.
Una volta erano le rimesse degli emigrati “a far rinascere l’Italia”, ora c’è chi pensa che sia il turno dei ricchi italiani all’estero e sicuramente vi è un senso in tutto ciò. Ma, in particolare a Zurigo, sono tantissimi i connazionali che con le loro attività sono dentro il sistema economico italiano e sono sempre più numerosi i figli dei nuovi emigrati che fruiscono dei servizi scolastici ospitati dalla Casa d’Italia.
È legittimo chiedersi allora perché si vuole un’operazione di smantellamento che con grande probabilità avrà conseguenze rilevanti per la comunità italiana, anziché ripensare ad una gestione più razionale e in grado di generare risorse per lo Stato italiano. Risorse che coprirebbero in buona parte, se non del tutto, il tasso ipotecario acquistando un immobile per la sede del Consolato, avendo tra l’altro la possibilità di strutturare uffici e spazi secondo gli standard più attuali e sicuri in tale ambito.
Indiscutibilmente l’attuale Governo italiano ha piena facoltà, sotto il profilo giuridico, di indirizzare come crede le proprie scelte, o quelle provenienti dalle proprie rappresentanze all’estero. Ma vi è anche una lettura politica che non può sfuggire a chi dalla politica è stato chiamato a mettersi al servizio della comunità: paradossalmente un Governo di centrosinistra intende lucidamente togliere (non è un ossimoro) agli italiani di Zurigo ciò che il Governo fascista aveva dato loro nel 1932!
Noi riteniamo che lo Stato – quello con la S maiuscola – abbia dei precisi doveri nei confronti dei suoi cittadini all’estero, un concetto che va ben oltre il discorso dell’etica del bene comune, senza il quale, in ogni caso, il concetto stesso cade nel vuoto.
La comunità italiana ha eletto il Comites, il suo organo di rappresentanza territoriale più importante, seppure con una formula voluta dal Governo che di fatto ha svuotato la partecipazione popolare. Il Comites è l’organo più importante per dare voce agli italiani del cantone di Zurigo e deve esercitare il proprio ruolo rifuggendo dalle logiche consociative e dalle parole suadenti.
Abbiamo perso i consolati, stiamo perdendo la lingua italiana, non riusciamo a sognare qualcosa di nuovo ma non vogliamo perdere anche la Casa d’Italia di Zurigo”.